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La NASA sceglie Blue Origin per costruire il sistema di atterraggio sulla Luna Artemis V

La NASA ha scelto la compagnia che gestirà il terzo sbarco sulla Luna di Artemis con equipaggio. L’origine blu di Jeff Bezos costruirà il sistema di atterraggio per Artemis V, il cui lancio è attualmente previsto per settembre 2029. Sebbene non abbiano menzionato la scelta del veicolo, la società sta già lavorando a un lander Blue Moon. Boeing, Lockheed Martin e Draper sono tra quelli coinvolti nel progetto della NASA. Il premio della NASA vale 3,4 miliardi di dollari e Blue Origin ha dichiarato nell’evento dell’annuncio che sta contribuendo “ben a nord” di quella cifra da solo.

Un volo della capsula Orion porterà quattro astronauti sulla Luna, dove due membri dell’equipaggio utilizzeranno un lander Blue Origin attraccato alla stazione spaziale Gateway per atterrare al polo sud lunare. Trascorreranno una settimana conducendo passeggiate sulla luna, operazioni di rover ed esperimenti scientifici mentre gli altri astronauti si espandono e si prendono cura del Gateway.

La NASA ha già scelto la Starship di SpaceX per il primo (Artemis III) e il secondo (Artemis IV) sbarco umano. L’agenzia ha detto che accetterà proposte per un secondo lander l’anno scorso sia per fornire un backup che per favorire la competizione. Blue Origin ha fatto la sua offerta per un altro contratto lunare lo scorso dicembre. La società si è opposta alla vittoria di SpaceX e ha citato in giudizio la NASA per aver presumibilmente ignorato i problemi di sicurezza durante l’aggiudicazione del contratto, ma un federale ha corteggiato le affermazioni.

La decisione è un colpo di stato per Blue Origin. Sebbene abbia già un contratto con la NASA per una missione scientifica su Marte e un supporto finanziario per la sua stazione spaziale Orbital Reef, non ha avuto successo segnando un viaggio con equipaggio sulla Luna. Ciò evidenzia anche la crescente dipendenza della NASA dalla tecnologia sviluppata privatamente per le sue missioni oltre l’orbita terrestre, come le tute Artemis di Axiom Space. Piaccia o no, alleanze pubblico-private come queste definiranno per un po’ l’esplorazione spaziale americana.


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